THE FOREIGN RESORT - OUTNUMBERED

THE FOREIGN RESORT - OUTNUMBERED (Artoffact, 2019)

I The Foreign Resort non brilleranno forse di originalità ma sono fedeli ad una linea ben precisa e se con “Outnumbered” il loro proposito è di presentarsi con una lavoro ben rifinito e curato, nostalgicamente retrò, ci sono riusciti perfettamente.

Genere: Post Punk/New-Wave
Voto: 7/10

Il post-punk trio Foreign Resort rilasceranno il 5 aprile prossimo,  il loro nuovo album “Outnumbered” per Artoffact Records. Il gruppo è stato formato nel 2009 a Copenhagen, Danimarca. The Foreign Resort hanno trascorso dieci anni per creare e affinare un sound post-punk esplosivo ma malinconico, ricco quanto emozionante, e immediato quanto cupo e profondo. Arricchito con i ricami delle linee di basso, questo album ci riporta indietro nel tempo, ai timbri sottotono, alle arie cupe, ai capelli cotonati e il trucco pesantemente nero in stile Nina Hagen. Notevoli insomma, gli echi dark new wave di The Cure, e non solo, con una timbrica vocale che riprende sia quella di Robert Smith che altri cantanti che hanno caratterizzato questa ondata musicale anni ottanta. Un post punk che risuona già dalla prima traccia “ In Gloom”, brano che può ricorda i Sisters of Mercy, meno cupi ma con una struttura musicale simile, un po’ decadente, un po’ mistica e lugubre. “Burn in the Night” è il secondo brano che la band propone in “Outnumbered”, un altro pezzo cupo ed ombroso, che regala buone sensazioni di ottantina memoria, sempre buona la voce e i cori di sottofondo che riescono ad arricchire il pezzo.  “Summer” è un brano deliziosamente decadente, quasi in stile David Sylvian, un brano di una dolcezza mista a malinconia che posso affermare riesce a sovrastare gli altri dieci brani, breve ma intenso, è un pezzo che regala emozioni differenti, maggiormente un umor nero in una versione soft. Synth in “She Is Lost” che continua con l’incedere degli anni ’80, a metà tra la new wave e la dance di quel periodo. In questo album, nessuna delle tracce perde un colpo, mantenendo vivo l’interesse nell’ascolto.  Altro brano interessante è “Clouds” tra echi e voce sofferta, una musicalità vivida e nella sua andatura in stile marcia. Facile avvicinarla alle atmosfere dei Depeche Mode, ma ovviamente con una vitalità moderna. “Obsessing” è un altro pezzo notevole in cui si sommano le virtù musicali della band, una sorta di nenia che cullando, ci porta nella sua spirale. “Hearts Fade Out” e “Hot Summers” sono caratterizzate sempre dall’impronta a cui i Foreign Resort si ispirano, due buoni brani che riecheggiano un’epoca che non morirà mai. Bellissimo il brano “Fall”, nello stile che richiama “Summer”, è nella sua interezza, un pezzo musicale che seppur breve, risulta essere tanto interessante quanto onirico. “Send Your Heart to the Riot” è The Cure allo stato puro mentre in “Outnumbered” c’è del nuovo, un’atmosfera cupa e sofferta, uno stile imprescindibilmente legato alla new wave, che riesce comunque ad avere una propria identità. I The Foreign Resort non brilleranno forse di originalità ma sono fedeli ad una linea ben precisa e se con “Outnumbered” il loro proposito è di presentarsi con una lavoro ben rifinito e curato, nostalgicamente retrò, ci sono riusciti perfettamente. 
Un album per chi come me ha nel suo vissuto reminiscenze dark, per chi ha amato la new wave e in fondo in fondo, avrà sempre un’anima triste legata a quel periodo.

 

 

 

Tracklist:

1. In Gloom

2. Burn in the Night

3. Summer

4. She’s Lost

5. Clouds

6. Obsessing

7. Hearts Fade Out

8. Hot Summers

9. Fall

10. Send Your Heart to the Riot

11. Outnumbered

 

Line up:

Mikkel B. Jakobsen - Voce/Chitarra

Morten Hansen - Batteria/Voce

Steffan  Petersen - Chitarra/Basso

 

Articolo di Valeria Campagnale

 

Sul WEB: www.theforeignresort.com

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